Anna Politkovskaja rivive all’Elfo Puccini

24 03 2011

Ottavia Piccolo, 61 anni, interpeta il monologo di Stefano Massini sulla vita di Anna Politkovskaja, al Teatro Elfo Puccini di Milano fino al 3 aprile

MILANO – Cinque minuti di applausi ininterrotti. Standing ovation al Teatro Elfo Puccini per Donna non rieducabile (regia di Silvano Piccardi, in scena fino al 3 aprile): il monologo teatrale di Stefano Massini ripercorre la vita della giornalista Anna Politkovskaja, uccisa a 48 anni da ignoti il 7 ottobre 2006 a Mosca, prima di pubblicare un’inchiesta sul giornale russo Novaja Gazeta.

Ottavia Piccolo veste i panni della cronista, ne ripercorre il lavoro giornalistico in Cecenia e l’amore per la verità. Articoli scottanti della carriera della Politkovskaja, dalla strage di Beslan al teatro Dubrovka, vengono recitati in modo intenso e emozionante dalla Piccolo. Accompagnati dalle musiche coinvolgenti per arpa di Floraleda Sacchi, che di volta in volta generano i suoni delle varie ambientazioni. Sul palco bastano l’arpa, un tavolo e una sedia a fare da scenografia: i luoghi vengono rievocati dai racconti e dagli articoli letti dalla Piccolo.

Al termine dello spettacolo non c’è una sola mano in platea che non batta contro l’altra: dallo studente all’anziano, tutti applaudono il coraggio della Politkovskaja e l’omaggio resole dall’ottima interpretazione della Piccolo.

Ivano Pasqualino

(articolo pubblicato anche sulla testata La Sestina)





– Protesta in Libia il 17 febbraio, Gheddafi preoccupato convoca giornalisti

9 02 2011

Muhammar Gheddafi, 69 anni (abasto)

MILANO – Gheddafi è tra due fuochi. E ora ha paura di scottarsi. Il vento di protesta che attraversa Egitto e Tunisia potrebbe raggiungere la Libia, rimasta estranea in questi mesi all’onda rivoluzionaria dei Paesi del Mediterraneo. Il quotidiano AlSharq Al-Awsat, principale giornale arabo internazionale con sede a Londra, rivela che gruppi libici di opposizione hanno proclamato via web la «Giornata della collera» per giovedì 17 febbraio. Una protesta che vedrà in prima linea gli studenti, a cui il colonnello Muhammar Gheddafi si è rivolto nelle sue ultime riunioni.

La notizia ha messo in agitazione il governo di Tripoli. Gheddafi starebbe convocando da tre giorni giornalisti e politici locali per fare il punto della situazione. Secondo il sito del giornale Libya al-Youm, il colonnello «ha espresso preoccupazioni per la protesta, paventando i rischi connessi a una situazione di caos che potrebbe scatenarsi nel Paese».

Ivano Pasqualino

(articolo pubblicato anche sulla testata La Sestina)





– Il Sud Sudan ottiene l’indipendenza, nascerà a luglio il 54esimo Stato africano

8 02 2011

Salva Kiir, 59enne di etnia dinka, sarà il capo del Sud Sudan (Wikimedia)

MILANO – Stati confinanti, eppure mai così lontani. Mentre l’Egitto è in crisi, il vicino Sudan si gode la sua «alba nuova», come l’ha definita il presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Con il 98,83% di voti a favore, il popolo del Sud Sudan ha scelto l’indipendenza dal nord. Una divisione pacifica, con un plebiscito arrivato dopo due settimane di referendum (dal 9 al 15 gennaio) e un mese di conteggi con verifica dei voti.

Il capo della nuova nazione sarà Salva Kiir, 59enne di etnia dinka, appassionato di cappelli da cow-boy (ne conserva gelosamente uno regalatogli da George W. Bush). Il Sud Sudan sarà proclamato ufficialmente il 54esimo Stato dell’Africa il prossimo luglio.

Anche se restano le questioni spinose ancora da risolvere, come la divisione del petrolio (gli oleodotti sono a nord, i pozzi a sud) e le decisioni definitive sulle aree di confine. Nella neo-capitale Giuba sono comunque giorni di festa. Il coro che si alza dalla popolazione non poteva che essere il nuovo inno sud-sudanese. Un testo scritto da 49 poeti e intonato da un gruppo di studenti: «Oh neri guerrieri, alziamoci in silenzioso rispetto, salutando milioni di martiri che hanno cementato con il loro sangue le fondamenta della nazione».  Nel video l’inno nazionale del Sud Sudan, con l’immagine della bandiera adottata dal nuovo Stato africano.

Ivano Pasqualino

(articolo pubblicato anche sulla testata La Sestina)





– Le due Coree tornano a negoziare, ma continua la minaccia di Pyongyang

1 02 2011

L'isola di Yeonpyeong il 23 novembre 2010, sotto il fuoco dell'artiglieria nordcoreana (corriere.it)

SEUL – Si riapre il dialogo fra le due Coree. I rappresentanti dei Paesi si incontreranno martedì 8 febbraio. Simbolico il luogo prescelto per la discussione: il villaggio di Panmunjom, varco tra le due Coree, posto sulla la linea smilitarizzata.

Il tema è la questione militare ancora in sospeso tra i due Stati, legata alla divisione territoriale. È il primo dialogo diretto dallo scorso 23 novembre, data dell’attacco di artiglieria da parte della capitale nordcoreana di Pyongyang contro l’isola di Yeonpyeong (Corea del Sud), costato la vita a quattro persone.

La situazione ha rischiato di precipitare martedì primo febbraio quando il quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo ha reso note indiscrezioni dei servizi segreti americani: la Corea del Nord starebbe costruendo una base militare con 70 aeroscafi da combattimento sulla costa occidentale, a circa 50 km dall’isola sudcoreana di Baeknyeong, lungo il confine marittimo tra le due Coree nel mar Giallo. L’apertura al dialogo potrebbe invece diminuire la tensione fra le parti.

Ivano Pasqualino

(articolo pubblicato anche sulla testata La Sestina)





– Attentato all’aeroporto di Mosca, un precedente nel videogioco Call of Duty

25 01 2011

L'attentato all'aereoporto di Mosca nel videogioco Call of Duty: Modern Warfare 2

MILANO – Il videogioco diventa realtà. Quattordici mesi dopo. Il 10 novembre 2009 esce in tutto il mondo Modern Warfare 2, sequel della celebre saga sparatutto Call of Duty. Lo scopo del gioco è semplice: eliminare i nemici con armi di grosso calibro. In un contesto fra spy story e operazioni militari. Il prodotto fa molto discutere per l’alto tasso di violenza. Soprattutto per una delle missioni: un attentato all’aeroporto di Mosca. I fan della serie adesso hanno paura a pronunciare la parola «coincidenza». Ma dopo l’esplosione di lunedì 24 gennaio allo scalo russo Domodedovo, il sospetto è nato in più di un giocatore. La paura è che il videogioco possa aver ispirato l’attentato di Mosca, in cui hanno perso la vita 35 persone, con 168 feriti (fra cui un italiano). La dinamica rimane comunque differente: in Russia ad agire sarebbe stato un kamikaze, in Modern Warfare 2 un gruppo armato di terroristi. Nel video, sconsigliato a un pubblico sensibile, la sequenza violenta del videogioco ambientata nell’aeroporto della capitale russa.

Ivano Pasqualino

(articolo pubblicato anche sulla testata La Sestina)






– Pakistan, donne contro la poligamia Picchiano il marito in pubblico

12 01 2011

Mian Ishaq schiaffeggiato dalle mogli (anorak.co.uk)

PUNJAB – La poligamia può riservare brutte sorprese. Mian Ishaq, pakistano della provincia di Punjab, è sposato con tre donne. Lunedì 3 gennaio si presenta, accompagnato dalla terza consorte, al matrimonio di un amico. Qui ad attenderlo ci sono le prime due mogli. «Sappiamo che vuoi sposarti per la quinta volta e che ne hai una quarta nascosta», accusano urlando Mehvish e Uzma. «Meriti di essere umiliato in pubblico per il tuo comportamento». Le donne schiaffeggiano il marito e, una volta a terra, lo pestano con le scarpe. Dopo fanno irruzione nella sala e ribaltano i tavoli. «Sono tutte bugie», prova a giustificarsi l’uomo. «Giuro sulla mia vita di avere solo tre donne».

Ivano Pasqualino





– Pakistan, quando l’evoluzione uccide: drone americano provoca 23 vittime

28 12 2010

Drone americano in volo

MIRANSHAH – Lo sviluppo tecnologico spaventa il Pakistan. Nelle ultime 48 ore hanno perso la vita 23 persone, fra civili e presunti militanti islamici, nel Nord Waziristan. La causa: un drone americano. Il velivolo, comandato a distanza, è in grado di volare senza l’ausilio di un pilota. Funzionari di sicurezza rivelano che il drone ha sganciato quattro missili su due accampamenti dei ribelli nei pressi del villaggio di Ghulam Khan.

Il video mostra un drone in azione durante un bombardamento.

Ivano Pasqualino





– Haiti, Onu spara su rivoltosi: due vittime

16 11 2010

Soldati Onu su un mezzo corazzato ad Haiti (foto di Roberto Schmidt)

PORT-AU-PRINCE – Ad Haiti aumentano le vittime. Non a causa del terremoto, ma delle pallottole dei caschi blu. Due uomini hanno perso la vita lunedì 15 novembre durante una rivolta contro l’Onu, accusato dalla popolazione locale di avere diffuso il colera nel Paese.

L’epidemia ha già causato quasi mille morti. Il contingente ha riconosciuto di aver sparato per legittima difesa. Il cadavere di un giovane di 20 anni è stato trovato davanti una base della missione Onu a Quartier-Morin, una località della periferia di Cap-Haitien. Lunedì gli scontri sono continuati per tutta la giornata, con nuovi feriti e nuove lacrime per Haiti.

Ivano Pasqualino

(articolo pubblicato anche sulla testata La Sestina)





– Iran, la Nazionale femminile vince il match principale: quello contro il velo

6 05 2010

Calciatrici iraniane costrette a giocare con il corpo interamente coperto (ordoesitexplode.com)

TEHERAN – Una giocatrice iraniana la vedi dal coraggio, dall’altruismo e dalla fantasia. Ma anche dal velo. No, non è la nuova canzone di Francesco De Gregori. È la condizione in cui sono costrette a scendere in campo le calciatrici della nazionale dell’Iran. Capo completamente coperto. Corpo senza il minimo lembo di pelle in evidenza, ad esclusione di mani e viso. Come se una partita di calcio fosse il pretesto per sbirciare qualche corpo semi-nudo. Ma forse uno spiraglio di luce (e di speranza) può ancora passare attraverso il velo.

Classe – Ma ve la immaginate? Shahla è una ragazza iraniana di 23 anni. Si riunisce tre volte alla settimana, su un prato verde, insieme a 21 amiche e a un pallone da calcio. Un’occasione rara per respirare sport e libertà. Sulle spalle una maglia bianca con un numero, il 10. E nel cassetto un sogno: imitare le giocate dei campioni europei come Beckham e Baggio. Ma la tuta integrale che è costretta a portare la limita nei movimenti. Il velo disturba la visuale quando punta la porta avversaria. Per non parlare del caldo asfissiante che toglie il respiro. All’ennesimo pallone sbagliato, la ragazza decide di dribblare i divieti imposti dai fondamentalisti islamici.

Compromesso – La storia (inventata) di Shahla è uno dei tanti esempi che hanno portato la Federcalcio iraniana a cercare un compromesso con la Fifa sulla divisa da indossare in campo. La nazionale femminile è stata invitata a partecipare ai prossimi Giochi olimpici di Singapore, in programma ad agosto. Ma il velo non sarà consentito, pena l’esclusione. Le due federazioni  hanno trovato una soluzione: le giocatrici potranno usare, al posto del velo, «una cuffia che copra la testa fino all’attaccatura dei capelli, senza scendere sotto le orecchie e senza coprire il collo».

Ma le calciatrici non devono comunque allarmarsi. Come canta De Gregori, «non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore»

Ivano Pasqualino





– Altro che James Bond. Un venditore ambulante ha salvato New York

5 05 2010

Lance Orton, 57 anni, circondato dai cronisti vicino Broadway (nydailynews.com)

NEW YORK – Non la CIA. Non la FBI. Nessun agente segreto in stile 007. A salvare il centro di New York il 1° maggio dall’autobomba di Shahzad Faisal è stato un venditore ambulante. Il suo nome è Lance Orton, americano di 57 anni, reduce del Vietnam, tornato dal fronte con pochi soldi e molte ferite. Una di queste lo costringe a zoppicare. Dai primi anni ’80 trascina a fatica un carrello per gli incroci di Times Square. Provando ogni giorno a vendere t-shirt, borse false, orologi taroccati, persino preservativi con la faccia di Obama. Per decenni è rimasto uno dei tanti venditori “invisibili” che si incontrano per strada nelle grandi metropoli. Dopo aver comprato un souvenir, tutti dimenticano presto il suo volto. Ma da quella segnalazione a un poliziotto, la sua vita è cambiata. Altro che invisibile: adesso per fare una foto con Lance c’è una fila di mezz’ora. È lui la vera attrazione di Times Square in questi giorni. Per Hollywood potrebbe essere Dustin Hoffman nel film “Eroe per caso”. Per i media americani è «l’ambulante che ha salvato New York». Un attentato nel cuore della città avrebbe infatti costituito un danno di immagine enorme per gli Stati Uniti. Il segreto di Lance per combattere il terrorismo? Lo rivela lui stesso: «Se vedi qualcosa, dici subito qualcosa».

Cittadini Anche il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto a precisare che «l’attentato di Times Square è stato sventato grazie all’azione di comuni cittadini vigilanti». Lance si era insospettito quando Faisal, il terrorista “fai da te”, aveva parcheggiato il Suv (imbottito di esplosivi) proprio vicino a lui. «Ho subito pensato: ma chi cavolo posteggia qui, in sosta vietata, proprio davanti alla mia bancarella? Coi lampeggianti, il motore acceso e nessuno a bordo, in piena Times Square?», ha raccontato il venditore ambulante ai cronisti. «Mi avvicino al finestrino, noto un grappolo di chiavi nel cruscotto. Poi vedo del fumo che esce dal finestrino di dietro. Non perdo un istante e chiamo subito un poliziotto a cavallo». Uno dei tanti agenti (spesso sovrappeso) che girano superbi per il centro di New York, più avvezzi ai sorrisi per le foto dei turisti che alle sparatorie nel Bronx. L’esatto opposto di come li abbiamo sempre visti in tv. Lance invece non gradisce i flash dei fotografi. «Adesso sono stanco», ha borbottato all’ennesimo curioso che si avvicinava. Ora ha un solo desiderio: essere di nuovo invisibile. Perché anche i supereroi, quando si tolgono il costume, tornano a essere persone comuni.

Ivano Pasqualino